Anna Luisa Pignatelli nasce ad Asciano, in provincia di Siena, il 22 novembre 1952. Toscana d’origine, vive per molti anni all’estero, dalla Corea del Sud alla Tanziana, fino poi a stabilirsi per un lungo periodo in Guatemala. Esordisce nel 1989 con Maya. Vita d’oggi degli uomini di mais, un’opera interamente dedicata alla disamina delle etnie guatemaltenche di origine maya. Autrice translingue, mostra un’evidente predilezione per il tema anche nel suo libro Le Lac Indigène, pubblicato in lingua francese nel 2012, un romanzo all’interno del quale vengono portati alla luce i numerosi soprusi e abusi compiuti ai danni delle popolazioni indigene guatemaltenche. Conosciuta e tradotta in Francia, nel 2010 vince il premio Prix de lecteurs du Var con la traduzione di Nero Toscano. Con questa opera si apre per la scrittrice un periodo dedicato alla narrazione dei luoghi della sua infanzia e giovinezza, la Toscana appartata e silenziosa dei boschi e dei vigneti, ma anche e soprattutto quella Toscana arcaica, intollerante e provinciale, dei piccoli borghi nascosti. Una Toscana “nera”, di poderi diroccati attorno ai quali i campi abbandonati divengono teatro di vicende oscure e tetre. Descritta da Antonio Tabucchi come “una voce insolita nella letteratura italiana, lirica, tagliente, desolata”, le ultime opere della scrittrice sono Ruggine, pubblicato nel 2016 e vincitore lo stesso anno del Premio Città di Lugnano e Foschia, pubblicato nel 2019.
(a cura di Chiara Martini)